David Bowie a Genova 1976

David Bowie fece una brevissima tappa in Italia nella prima settima dell’aprile del 1976, al porto di Genova, proveniente da New York e diretto a Monaco per la prima data del tour europeo di Station To Station. Un giornalista del settimane Sound lo incontrò assieme allo staff della RCA e lo intervistò. Questa è la cronaca di quell’incontro.

Da Sound Aprile 1976

Intervista con David Bowie Servizio e foto di Ferdinando Fisher

Bowie al Porto di Genova 1976 foto Archivio Il Secolo XIX

“A maggio canterò al Palasport di Roma” Nel corso del colloquio concesso in esclusiva al nostro collaboratore, l’attore-cantante annuncia che sono in corso trattative per un grosso concerto al Palasport di Roma sotto il patrocinio politico di Lotta Continua entro il mese di maggio. Imminente il debutto come cantante e produttore di Angie, la moglie di David. In uscita un album che raccoglie i maggiori successi di questi ultimi anni

Genova, aprile 1976 
Dopo i febbrili preparativi della RCA e della Gondrand per ottenere i permessi di salire a bordo della Leonardo da Vinci, la gigantesca nave in servizio da New York a Genova, tutto è pronto per accogliere David Bowie che, dopo quasi un anno e mezzo, torna nel vecchio continente per compiere una tournée che toccherà in pratica le maggiori città europee.

Bowie al Porto di Genova 1976

Sulla banchina sono schierate due luccicanti limousine ed un Ford Transit destinato ad accogliere una trentina di massicci bauli. Il “comitato” addetto ai festeggiamenti è piuttosto numeroso e variopinto: c’è la bellissima ed elegante Angie Bowie ed il delizioso figlioletto Zowie, Pat Gibbons il nuovo giovanissimo manager di David, il baffuto ed abbronzantissimo Carlo Basile, label manager della international della RCA italiana, James Fisher, coordinatore delle attività europee della RCA inglese, lo juventino Claudio Bonivento, promotion milanese della RCA, Frank Mancini, funzionario americano addetto speciale a tutte le tournée degli artisti RCA, tre autisti, due efficienti funzionari del porto di Genova, il sottoscritto più una decina di fans e i soliti curiosi. Mentre aspettiamo che si compia la laboriosa manovra d’attacco della nave chiedo al mio omonimo James come mai Bowie sia arrivato proprio in Italia dove non è prevista nessuna tappa. La risposta è lapidaria. 
“David non viaggia mai in aereo, solo su navi o treni. E poiché ha appena terminato di suonare in America, per venire in Europa ha preso la Leonardo da Vinci che appunto fa scalo finale a Genova. Da qui andremo a Verona e passando sull’autostrada del Brennero ci trasferiremo a Monaco dove avrà luogo il primo concerto.”

Finalmente la nave è ormeggiata e vengono aperte le passerelle che conducono alle cabine di prima classe: dopo aver percorso tre rampe di scale ed innumerevoli corridoi arriviamo alla fatidica room B”. La porta si apre e David ci viene incontro felice e sorridente. E’ ancora più allampanato del solito ma in ottima forma: indossa un completo grigio di gabardine stile anni 40 (sembra un figurino) e la nuova pettinatura accentua ancora di più i lineamenti del suo viso esile e pallido. Solo i capelli sulla nuca conservano le tracce della colorazione rosso carota di Ziggy Stardust e Thomas Jerome Newton (il ruolo da lui interpretato nel film “L’uomo che cadde sulla terra”), poiché ora la sua testa è quasi completamente naturale; non si può dire che sia bello ma indubbiamente un personaggio interessante. Abbraccia commosso la moglie ed il suo unico figlio poi con grande cordialità stringe la mano a tutti i presenti.

LA SITUAZIONE POLITICA

Bowie al Porto di Genova 1976

“Hallo, Ferdinando, it’s great to see you again”. Sono contento che mi abbia riconosciuto (due anni fa sono stato ospite in una villa di Bracciano da lui affittata, per passare le vacanze estive) ma, come al solito, non riesce a pronunciare correttamente il mio nome. I convenevoli sono allegri ed informali: ci fa visitare la cabina, ci offre un caffè (“Questo si è un vero fragrante caffè, non quella brodaglia acquosa americana” dice visibilmente soddisfatto e compiaciuto), ci racconta delle sue curiose avventure a bordo della nave (“Tutte le mattine un premuroso cameriere mi svegliava portandomi la colazione a letto e mi diceva con voce amorevole ma assai autoritaria – mangia tutto, capito? – forse era preoccupato della mia salute vedendomi così magro…”) e, dopo essersi scambiato dei regalo con Zowie, lentamente ci avviamo verso il bar del punto di riunione della Leonardo da Vinci.

David, avrei voglia di parlare con te per una decina di minuti e sapere le ultime novità. E’ possibile?
Claudio Bonivento mi lancia occhiate significative (non rompere..) ma Bowie è ben disposto anche perché deve aspettare il disbrigo delle formalità doganali e il timbro sul passaporto prima di scendere a terra.
“Ok, non ci sono problemi, andiamoci e sentiamo cosa vuole sapere da me l’Italia.”

Bowie al Porto di Genova 1976

Ho saputo che tra un paio di giorni inizia la tournée europea. E l’Italia? Perché non suoni da noi?
“Non ti nascondo che temo molto le reazioni del pubblico italiano. Dopo aver parlato con Lou Reed e saputo quello che è successo non vorrei correre inutili rischi: So che avete problemi politici interni di notevole entità e li rispetto ma non è giusto che io venga coinvolto e che il mio show diventi un bersaglio”.
Arriva Basile ed anche lui partecipa attivamente alla conversazione.
“Ci sono trattative in corso per un concerto di David a Roma al Palasport sotto il patrocino politico di Lotta Continua; la manifestazione dovrebbe essere interamente controllata e gestita da loro per evitare il benché minimo incidente”. L’informazione è folgorante e merita di essere approfondita: Chiedo maggiori delucidazioni.
Risponde lo stesso David. ” Non so molto della vostra situazione politica ma credo di aver capito che questo partito vorrebbe organizzare lo spettacolo e sorvegliarne l’andamento. Ne sarei felice perché amo profondamente l’Italia e voglio esibirmi a tutti i costi nel vostro paese, ma voglio che il concerto si svolga all’insegna della massima tranquillità senza pericoli per l’incolumità dello staff dello show e degli spettatori. Comunque l’RCA italiana sta cercando di mettere a punto questo accordo. Non ho nulla in contrario che siano loro ad organizzare le cose. Loro conoscono certamente la situazione meglio di me”.
E quale dovrebbe essere la data eventualmente?
” Credo verso la fine di maggio, dopo i concerti di Parigi”.
La notizia è galvanizzante e ricca di belle speranze.
Come è andato il tour americano? 
Bowie ride di gusto.
“Molto bene, al di là delle mie previsioni. In qualche posto, dove circa due anni fa erano affluite circa 2000 persone, abbiamo fatto il “sold out” (tutto esaurito) vendendo oltre 15.000 biglietti. Gli americani mostrano di apprezzare la mia musica più recente, ma nello show c’è spazio anche per brani tratti dai miei primi albums. Questo insperato successo globale mi ha indotto ad acconsentire alle richieste della RCA di pubblicare un LP, un “best of David Bowie” che raccolga le registrazioni più importanti di tutti questi anni”. Basile annuisce. “L’uscita di questa antologia è prevista per maggio”.
Quali sono i progetti per eventuali prossimi films? Le notizie che abbiamo sono piuttosto contrastanti e confuse.
“Nulla di certo e definito. Ho parecchie cose in mente ma finché il tour europeo non volgerà al termine non posso fare previsioni sicure”. 

Bowie al Porto di Genova 1976

Si intromette di prepotenza Angie. “Adesso sono io che ho progetti. Sto per firmare un contratto come cantante, forse con la RCA e comunque ho iniziato a produrre un cantante, di cui ancora non posso fare il nome per motivi contrattuali, che dovrebbe incidere per la Track Records”. Doppia simulata disperazione di Basile e Bonivento (la Track Records è distribuita proprio dalla RCA in Italia!!) che sghignazzano divertiti. “E del mio primo film che dicono qui?” domanda interessato Bowie.
“La critica italiana non sembra condivider l’opinione dei colleghi anglo-sassoni, ma resta da vedere quale sarà la reazione del pubblico, dal momento che la programmazione è appena iniziata in questi giorni. Piuttosto vorrei sapere la verità sulla storia della colonna sonora del film “L’uomo che cadde sulla terra”: Alle nostre orecchie sono arrivate storie poco credibili di un non gradimento delle musiche da parte del regista Roeg “.
“A dire il vero per questo film avevo cominciato a scrivere alcuni pezzi ma, sia perché non volevo che si ripetesse la solita storia del cantante che diventa attore ed inevitabilmente scrive le musiche per il suo film e sia perché gli impegni della imminente tournée americana non mi concedevano un gran margine di tempo, ho deciso di abbandonare il progetto e di lasciare che venissero inseriti nella colonna sonora brani volta per volta adatti a sottolinearne le ambientazioni. Tutto qui”.
Cosa mi dici delle proteste di tua madre che si lamenta che non la vai mai a trovare? (Le interviste rilasciate al New Musical express hanno ormai fatto il giro del mondo).
“Ha ragione. Ma purtroppo questa fobia che ho per gli aerei non mi lascia molto tempo da dedicare a mia madre: Il telefono non risolve molto.”
E del possesso di sostanze stupefacenti del tuo arresto negli USA?
Digrigna i denti. “Non è vero niente. Non mi hanno affatto arrestato: mi hanno solo fermato per un controllo e tra l’altro non mi hanno trovato nulla. Sono tutte invenzioni della stampa. Forse una forma di pubblicità”.
Ma la mia domanda successiva viene interrotta dall’arrivo della sua segretaria che invita gli astanti a lasciare la nave poiché tutto è pronto e non resta che dirigersi all’albergo. Mentre usciamo, David mi domanda notizie su un sigaro italiano molto “sbrozzoloso” ed assai forte che normalmente si taglia in due e dovrebbe incominciare con la lettera p. Nonostante le informazioni vaghe ed erronee ho capito che mi sta parlando del famoso sigaro toscano e, appena sbarcati dalla nave, mi precipito con Bonivento in una attrezzata tabaccheria.
Entriamo nel sontuoso hotel Columbia e sorprendiamo David nel bar alle prese con un gin & tonic. Il suo viso si illumina alla vista degli agognati sigari: “That’s what I want (è proprio quello che volevo), thank you so much”.
Bowie è in partenza. Sale sulla vettura e mi stringe la mano. “Quando ci rivediamo?”. La mia risposta è quanto mai eloquente. Caro mio, dipende da te. “Già. Allora diciamo possibilmente a Roma: Ferdinando, I really wanna play in Italy”Ciao arrivederci allora. La macchina si allontana, ma spero solo di rivederla in qualche piazza d’ingresso di uno degli hotels di Roma. E credo che siano in molti a pensarla come me. Dico bene?

(grazie a Paolo Knezevich per l’articolo)

Galleria

(Le immagini originali in bianco e nero sono state colorizzate da noi)

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